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Secondo caso
E' questa una situazione difficile. Al sig. Sante di anni
64, paziente non autosufficiente per problemi psichiatrici, è stato
inserito il catetere per ritenzione d'urina con grave distensione
vescicale (ristagno vescicale >4 litri) a causa di ipertrofia
prostatica aggravata da terapia con psicofarmaci.
Egli vive da solo e può contare sull'accudimento di un'operatrice
sociale, limitato ad alcune ore nella giornata, e sulla sorveglianza
psichiatrica territoriale. L'operatrice si occupa dei pasti, delle pulizie
dell'alloggio, controlla che il paziente effettui l'igiene personale,
attua le indicazioni dell'assistente sociale, si occupa dei problemi
burocratici, eroga quotidianamente una cifra stabilita per le sigarette di
cui è accanito consumatore (2-3 pacchetti al giorno) e per "l'ombretta"
di vino.
La situazione così stabilizzata è precipitata con l'avvento della
ritenzione d'urina. Al ritorno a casa con catetere e sacca da letto sempre
connessa (valutando che altri presidi di raccolta difficilmente sarebbero
stati usati correttamente) è cominciato un periodo terribile,
soprattutto, per l'operatrice.
Non c'era un momento di pace, il sig. Sante si bagnava continuamente
a causa di comportamenti scorretti, ogni giorno il letto era fradicio
d'urina.
Quotidianamente usciva per andare al bar, seguendo un itinerario
a lui abituale, con il sacchetto in mano, spesso si strattonava il
catetere (non accettando il presidio), spargeva ovunque urina,
determinando un vero disastro.
Quando mi è stato affidato il caso ho interpellato il dottor Bucci,
urologo, per verificare la corretta indicazione all'uso della valvola
cateterica. Poi ho contattato il medico di base per comunicare le
indicazioni dell'urologo e concordare il tipo di gestione del catetere che
suggerivo di attuare.
Quindi ho applicato la valvola, istruito all'uso l'utente e l'operatrice,
e attuato, con l'aiuto di quest'ultima, le strategie per ricordare
all'interessato la necessità di vuotare spesso la vescica (ripetendolo
spesso, affiggendo cartelli in ogni stanza).
In questo modo la situazione è tornata in equilibrio con una minore
sofferenza da parte di tutti. Il sig. Sante, anche se rifiuta sempre il
catetere vive meglio, ed è migliorato il rapporto con la comunità.
Visione schede e grafici pH urine
Si
possono osservare cliccando a lato le schede relative agli anni 1995,
'96, '97, '98 con i grafici della rilevazione del pH delle urine (fig.
3,4,5,6).
Come si può vedere l'andamento del pH è stato sempre regolare. Un
innalzamento a 8 di febbraio '96, è relativo al rifiuto del mese
precedente di effettuare il cambio catetere (è dovuto ricorrere al pronto
soccorso per ritenzione) ed è stato corretto con alcuni giorni di terapia
farmacologica.
Da dicembre '96, dopo un secondo rifiuto di sostituire il
catetere a domicilio, si è concordato con lo psichiatra di far
accompagnare il sig. Sante in reparto di urologia per prestazioni
periodiche.
Dal 12 giugno'98 l'utente è seguito dagli operatori del
Distretto.
Ho presentato questo caso proprio perché rientrava nel gruppo
dei "non consigliabili" all'uso della valvola cateterica data
l'inaffidabilità della persona. La decisione di attuare questo tipo di
gestione è stata certamente la soluzione migliore per l'utente e per
quanti sono in contatto con lui, pur non avendo la sicurezza del regolare
svuotamento della vescica.
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figura 3
figura 4
figura 5
figura 6
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